Nicola Caredda - Reeson Stories #1

Nicola Caredda - Reeson Stories #1

intervista a Nicola Caredda per Reeson stories

Che sia con un quadro, una foto, una t-shirt, un graffito, una canzone o una tavola da skateboard..."il linguaggio diventa messaggio”, questo è l'animo delle “Reeson Stories”.

Primo ospite Reeson Stories è Nicola Caredda, artista sardo trapiantato da qualche anno a Milano, che abbiamo avuto modo di conoscere qualche anno fa e che abbiamo voluto contattare per poterlo raccontare nelle nostre storie.
Una pittura di denucia quella di Caredda, un linguaggio “metaforico” che ci affascina e ispira paracchio.
Il messaggio di Caredda è chiaro, non ci soffermeremo a parlare del lato “denucia” ma più che altro lo vogliamo "stuzzicare" visto che anche noi come lui, per un motivo o per un altro, ogni giorno incontriamo delle variabili molto particolari che sfociano nella naturale voglia di “creare”.

Il background di Nicola è impastato di skateboard, surf e graffiti..
Qualche settimana fa abbiamo parlato del nuovo esperimento “Stories” con Caredda e gli abbiamo detto della nostra volontà di incontrarlo e fare la prima Reeson Stories proprio con lui...Nicola ci ha risposto “buona idea e nobile pensiero verso l'arte la vostra
Questa risposta ci ha confermato che davanti avevamo veramente il personaggio giusto per la prima Reeson Stories, e che non ci eravamo sbagliati.
A lui, che di Stories non è proprio un esperto, siamo onorati di aver rivolto alcune domande.

(Intervista di Luca Rizzotto) 

italian artist Nicola Caredda paiting artist inrview for Reeson

Ciao Nicola, gli altri ti definiscono un'artista, tu come ti consideri?

Dipende da chi mi definisce tale, se tra le parti c’è confidenza ci si può anche prendere a parolacce e nessuno dei due si offende... diciamo che essere definito Artista non mi offende ma io mi accontento di essere un Pittore.


“Selling you without selling out” come lo affronti?

Semplicemente “selling”

La vendita di un tuo lavoro rappresenta una crescita o essere appagati per quello che fai?

La vendita dà sicuramente delle soddisfazioni e colma le necessità imprescindibili per la sopravvivenza e l’alimentazione di un ragazzone pieno di capelli come me.. Non sono sicuramente le vendite a farmi diventare più bravo, la crescita artistica deve essere costante, al di là di qualsiasi mera approvazione, le vendite ti permettono di continuare a farlo.

La tua è arte contemporanea o descrizione dell'epoca che stiamo vivendo?

Si, dal punto di vista poetico la mia pittura è contemporanea e popolarmente sociale, siamo pieni di input, non credo di inventare nulla, traduco ironicamente e criticamente in pittura tutto quello che ci scorre addosso, utilizzando dei piccoli trabocchetti per catturare lo spettatore; proprio come la società propone i suoi prodotti sempre allettanti e ben confezionati a prescindere dal contenuto... nei miei quadri l’ingrediente segreto è il formaggio dei panini di McDonald’s.

Che rapporto hai con I socials media?

Impossibile oggigiorno non utilizzarli e a dire il vero mi annoiano sempre di più, troppi gattini che cercano casa e che hanno già commosso tutto web, o ancora gattini che stanno per essere censurati da youtube! La cosa che trovo più interessante è la facilità di scoprire e al contempo seguire gli sviluppi di sempre nuovi artisti da tutto il mondo, gallerie o contesti sono raggiungibili in un attimo... ora è tutto intorno a me! Rimane comunque sempre fondamentale e altrettanto antropologicamente imprescindibile l’importanza di creare contatti reali con i quali interfacciarsi.

Ora vivi a Milano, ma sappiamo che hai un attaccamento fortissimo per la tua terra, quando vieni in Sardengna ti capita di dipingere oppure è un'aspetto che ora curi solo da Milano?

Io adoro la Sardegna e cerco di rientrare il più possibile, se ho pochi giorni a disposizione non ho il tempo di dipingere, oltretutto visto il mio stacanovismo pittorico una pausa ogni tanto mi fa bene. Quando invece scendo per più tempo, come magari in estate, mi organizzo per dipingere in cameretta, come una volta... il luogo di lavoro per me è indifferente, certo affacciarti alla finestra e prendere una boccata d’aria in Sardegna non è come affacciarsi in quella di Milano.Quando dipingo mi sento e sono sempre in Sardegna, in quella stanza.

artist Nicola Caredda from Milano for Reeson

...in tempo di Socials "Rimane comunque sempre fondamentale e altrettanto antropologicamente imprescindibile l’importanza di creare contatti reali con i quali interfacciarsi"

 

Cosa ti da la Sardegna che gli altri posti non ti danno?

La Sardegna è la mia tana, il mio rifugio in cui vivono famiglia e amici, è una terra splendida di cui io faccio materialmente parte e in cui son cresciuto formando il mio background. C’è molta Sardegna nei miei dipinti, cerco di ricreare sensazioni vissute in primis da me e che in una terra così misteriosa son facili da provare, il malessere\benessere dell’isolamento per ogni singolarità animata e non.
La Sardegna mi ha dato tanto, soprattutto la capacità di vedere il resto del mondo da un punto di vista diverso, come se noi non ne facessi parte, con lo stesso distacco metto in opera il mio lavoro, senza scrupoli.

“Creare”...è una parola che nella famiglia Caredda non rappresenta un caso singolo, tuo fratello Fisio è un surfista e shaper...avete mai creato qualcosa assieme?


Dovresti vedere il caminetto che ha fatto mio padre “infermiere” a casa! Si, con Fisio abbiamo sempre impiastricciato da piccoli, quello bravo a disegnare era lui... Ora sta facendo un ottimo lavoro con lo shape, è cresciuto moltissimo negli ultimi anni e si sta sempre migliorando. Non ti nego che qualche prototipo a quattro mani è anche uscito, ma senza la qualità che entrambi abbiamo acquisito negli anni. Senza spoilerare nulla... ci saranno presto sorprese a riguardo!

Racconta in breve quel momento che, quando arriva, ti dice “prendi il pennello, colori ed una tela”

Più che “quel” momento, è “ogni” momento! Devo dipingere ed è la forte voglia di comunicare, il bisogno di esprimere dei concetti, degli stati d’animo, che mi portano in qualche modo ad avere sempre un pennello tra le dita... è uno stimolo forte anche il confronto con gli altri pittori, ma soprattutto il confronto con me stesso.

Reeson Stories

Parlando di tecnica utilizzata, raccontaci cosa ti soddisfa di più mentre fai un quadro...

Son soddisfatto solo quando il quadro è finito, a volte nemmeno...

La tela come supporto utilizzato per “impressionare” il tuo concetto artistico, e se fosse una tavola da skateboard?

Meglio utilizzare una tavola come supporto pittorico che una tela per grindare un gradino!
Da ragazzino ho dipinto su tutto e di tutto, se ci fosse una tavola da skateboard la dipingerei, ma poi impazzirei dalla voglia di usarla.

Se avete modo di visitare dal vivo una delle sue mostre, vi diciamo già che ne varrà la pena e che sarà un mondo che vi prenderà di sicuro e non vi lascierà impassibili.
Date un occhio anche ai suoi lavori su:

nicolacaredda.com

instagram.com/nicolacaredda

 

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